L'insicurezza alimentare in Italia è in preoccupante aumento. Quasi 6 milioni di persone (il 9,9% della popolazione, in crescita rispetto all'8,4% del 2023) non sono riuscite nel 2024 a permettersi un'alimentazione sana e bilanciata. Questo è quanto emerge dall'Atlante della Fame in Italia di Azione Contro la Fame, presentato alla Camera dei Deputati il 2 dicembre 2025. Complessivamente, oltre 4 milioni di famiglie mostrano segni di deprivazione alimentare.
L'analisi evidenzia che il fenomeno è legato alla povertà lavorativa e alla precarietà economica. Il tradizionale "mito del lavoro dipendente" non è più un fattore di protezione sociale, poiché anche chi è occupato si trova spesso nell’impossibilità di accedere a cibo nutriente. Le famiglie più colpite risiedono nel Sud Italia (dove l'incidenza sale al 14,3% contro una media nazionale dell'8,8% per chi non può permettersi un pasto proteico ogni due giorni), quelle con tre o più figli minori o con un componente straniero.
Il report rivela anche un paradosso negli aiuti: il 78% delle famiglie che non possono permettersi un pasto proteico ogni due giorni non fa ricorso a nessuna forma di sostegno, forse a causa dello stigma o della scarsa conoscenza dei servizi.
Azione Contro la Fame sottolinea che le risposte attuali, basate su misure pubbliche (come la Carta Dedicata a Te) e gran parte degli interventi del Terzo Settore (come i pacchi alimentari), hanno un'impostazione prevalentemente emergenziale e non affrontano le cause strutturali. Anche se si stanno diffondendo modelli innovativi come empori solidali e percorsi integrati di inclusione socio-lavorativa, prevale ancora l'approccio assistenziale.
L'associazione propone il passaggio a una strategia strutturale basata sui diritti e sull’autonomia. Le raccomandazioni alle istituzioni includono il riconoscimento del diritto al cibo nella legislazione nazionale, il coordinamento permanente tra autorità, la promozione di interventi orientati all’autonomia e un generale aumento dei salari in linea con il costo dei beni alimentari.
Come ha ribadito Giulia Carlini, Advocacy Officer di Azione Contro la Fame, è urgente superare la logica emergenziale per supportare politiche che accompagnino le persone verso un’autonomia a lungo termine e garantiscano il diritto al cibo a tutte e tutti.
