La legge italiana in tema di immigrazione, seppure perfettibile, garantisce e riconosce i diritti fondamentali dell'uomo a chiunque soggiorni, seppure irregolarmente, sul territorio nazionale: così come il diritto di accesso all'istruzione di base viene assicurato al minore indipendentemente dalla condizione di regolarità o meno della sua famiglia di origine, a quale motivazione bisognerebbe attenersi per non estendere questo diritto anche ai più piccoli???

Così, a soli pochi mesi dalla nomina dell'Italia a membro del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite (del quale farà parte fino al 2009), si torna a parlare di diritti umani e lo si torna a fare all'interno di uno dei paesi che nei prossimi tre anni avrà il compito di fare le pulci al buon/mal costume di tutte le altre nazioni del mondo... "dicotomie della vita" qualcuno direbbe!

Inoltre la prossima settimana l'Italia sarà ospite a Ginevra, davanti al Comitato ONU per l'eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, per relazionare sui contenuti del rapporto (quinquennale) presentato al Comitato dallo stato italiano e inerente lo stato di avanzamento delle politiche nazionali in tema di discriminazione e il rispetto e la tutela dei diritti delle minoranze. Alla sessione parteciperanno anche alcuni rappresentanti del mondo dell'associazionismo italiano (il VIS farà parte della delegazione non governativa presentandosi in rete con altre realtà associative italiane e come ONG portavoce del Comitato di Promozione e Protezione dei Diritti Umani) che, nelle scorse settimane, hanno provveduto ad inviare a Ginevra un rapporto supplementare a quello "istituzionale" (Submission of Information) per mettere sul tavolo il punto di vista della società civile, con un'analisi critica "alternativa" del contesto nazionale.
Thomas Hammanberg, Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, ci omaggia di un meraviglioso testo sulle profonde dicotomie esistenti in tema di diritti umani: il famoso doppio binario (double standard). I paesi europei che da un lato si immolano per alcune delle questioni internazionali di maggiore eco (es. pena di morte), non vogliono poi sottoporsi a monitoraggio interno: nessun paese europeo ha adottato il Piano di azione integrato per i diritti umani previsto dalla Conferenza Mondiale di Vienna del 2003. L'Italia, poi, non ha ancora ottemperato alla Risoluzione 48/134 del 1993 sulla Costituzione in Italia di una Commissione Nazionale Indipendente per i diritti umani, questione su cui come VIS è impegnato da anni.

A questo punto la domanda nasce spontanea: "Possibile che ancora oggi, in Italia e in Europa, le questioni diritti umani siano solo questioni da poveri e scanzonati Don Chisciotte???".

Debora Sanguinato

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