«È come lo tsunami» ha dichiarato Osamu Kunii, Responsabile per sanità e nutrizione dell'UNICEF Myanmar, dopo aver visitato alcune delle aree colpite. «Abbiamo visto un grandissimo numero di persone senza tetto e sfollate aggirarsi sperdute, prive d'acqua, cibo e assistenza medica. La maggior parte delle fonti idriche sono state contaminate da acqua salmastra o gravemente contaminata.» 
L'UNICEF ha dispiegato 11 team mobili nelle aree dell'Irrawaddy e Yangon, le più colpite dal disastro: finora le missioni sul campo sono state 57, raggiungendo con aiuti e prima assistenza 17 cittadine nella regione di Yangon, 6 dell'Irrawaddy e 4 del distretto di Bago. 
Il team UNICEF inviato nell'area di Laputta indica oltre 30 campi sfollati sorti disordinatamente, con molte persone costrette a dormire sotto la pioggia per strada o per terra in scuole e monasteri. 
Un altro team UNICEF ha raggiunto in battello due villaggi dell'Irrawaddy, dove su 500 case solo 4 non sono state spazzate via dalle acque. 
Molti i bambini sfollati presenti nei campi, decine dei quali rimasti separati dai genitori. 
In tutte le aree visitate, i team dell'UNICEF continuano a distribuire compresse per potabilizzare l'acqua - che stanno permettendo in molti villaggi di utilizzare l'acqua delle fonti idriche altrimenti contaminate - e sali di reidratazione orale per la diarrea acuta, insieme a medicine, zanzariere e materiali da riparo. 
Voli, navi e camion: gli aiuti arrivano con ogni mezzo
Quotidianamente, i 
team UNICEF stanno distribuendo aiuti e scorte mediche a famiglie, ospedali e a più di 13 Organizzazioni non governative (
ONG) partner, avviando la 
vaccinazione d'emergenza contro il morbillo con più di 630 bambini finora vaccinati. 
Finora l'UNICEF non ha avuto alcun problema con il Governo birmano per la distribuzione degli aiuti e quanto a libertà di movimento.  
In nessun caso gli aiuti UNICEF sono stati 
consegnati ai militari, venendo distribuiti direttamente - per terra e per mare - a famiglie ed ospedali in collaborazione con la Croce Rossa locale.  
Finora 
6 voli con aiuti umanitari sono arrivati a Yangon e 
3 cargo via mare a Singapore, per essere caricati su battelli più piccoli in grado di attraccare al porto vecchio di Yangon, l'unico aperto, dati i danni al porto principale.  
L'UNICEF ha sul campo 
130 operatori e ha appena ottenuto 7 nuovi visti, con altri 14 per ora pendenti: il personale è composto da addetti ai programmi, tecnici, specialisti. 
Nella giornata di mercoledì, 
17 camion d'aiuti UNICEF sono stati inviati nell'Irrawaddy e 5 a Yangon; un'altro camion distribuirà oggi medicinali, gabinetti e compresse per l'acqua. Gli aiuti inviati negli ultimi giorni in 12 località dell'Irrawaddy permetteranno la cura di 170.000 pazienti e 4.300 parti sicuri, oltre a rendere subito disponibili 1,87 milioni di compresse per l'acqua, 468 sistemi di potabilizzazione idrica, 1.420 gabinetti e 20.000 teli impermeabili per ripari d'emergenza. 
L'UNICEF ha avviato la ricerca delle famiglie di 
69 bambini rimasti soli e, per proteggere i bambini sfollati, ha finora allestito 8 
"Spazi a misura di bambino", distribuendo ad 
ONG partner materiali per allestirne altri 20.  
Secondo le ultime rilevazioni, inoltre, le
 scuole crollate sono
 più di 1.200 e altre 2.300 sono state scoperchiate del tetto: per i bambini senza più accesso a scuola, l'UNICEF sta preparando la distribuzione di 
3.000 kit scolastici d'emergenza.